I festeggiamenti per San Biagio patrono di Rapolla, in provincia di Potenza, sono iniziati oggi 2 febbraio quando alle 7 e mezza del mattino sono stati sparati in aria quattro colpi scuri udibili da tutto il paese.

In realtà, come da tradizione, esattamente da nove giorni prima, tutte le sere la messa è stata celebrata nella chiesa di San Biagio invece che nelle altre due chiese maggiori.

Ad un certo punto della storia si è deciso che a rotazione, alcuni giorni prima della festa, la statua del santo venga portata e festeggiata in uno dei quartieri del paese in cui non passa la processione. Quest’anno il 26 gennaio la statua del patrono San Biagio è stata portata in visita a Contrada Piano della Croce dove la famiglia Cocolicchio ha ospitato i compaesani, civili e autorità, per i festeggiamenti.

Come ogni festa patronale che si rispetti, la via che porta alla chiesa del santo patrono viene illuminata con le luminarie e si anima con stand e bancarelle di venditori ambulanti che si posizionano dalla piazza principale, lungo tutta via Biagio Guarnaccio.

Nella sera del 2 febbraio si celebra la Candelora, ovvero quel momento in cui la chiesa ricorda la presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme e, per tradizione vengono benedette le candele.

Tra i rituali previsti da questa tradizione troviamo la benedizione della gola che viene eseguita dal celebrante alla chiesa di San Biagio, incrociando due candele al collo di ognuno dei credenti che vuole ricevere la benedizione.

Finita la celebrazione, vengono sparati dei colpi scuri e il clero parte per la benedizione dei falò che le famiglie accendono per le vie del paese.

I falò sono momenti di ritrovo della famiglia, in cui ci si riunisce, si parla, ci si riscalda e si sfrutta il fuoco per arrostire carne, patate eccetera.

Nella piazza dove ci sono le bancarelle viene acceso un grande falò per riunire tutti i cittadini.

Giunta la notte la tradizione prevede quella che si chiama “La Diana”. Si tratta di una sorta di sveglia notturna in cui la banda gira per le vie del paese a suon di rullo di tamburi e grancassa.

Questo rito ricordava la devastazione subita dai rapollesi nel 1254, ma ad oggi è un momento gioioso e di festa.

Con i soldi raccolti dal Comitato San Biagio durante la questua casa per casa e durante la processione, nelle giornate del 2 e 3 febbraio si esibiscono sia le bande comunali di Rapolla che gruppi folcloristici chiamati da altri paesi che possono essere sbandieratori ad esempio o bersaglieri.

A conclusione poi delle due giornate di festeggiamenti c’è lo spettacolo di fuochi pirotecnici.

 

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