Dopo avervi introdotto alla cultura araba del Marocco dello scorso articolo, in questo invece mi soffermerò principalmente su quelle che sono stati i luoghi di interesse e le tappe del mio primo tour del Marocco.

Casablanca

Arrivati all’aeroporto di Casablanca abbiamo incontrato la guida locale parlante italiano che ci avrebbe accompagnato per tutto il viaggio. Ad attenderci un bellissimo bus gran turismo con più del doppio dei posti rispetto a quelli che eravamo e la possibilità di collegarci al Wi-Fi – Cosa che poi io non ho mai sfruttato perché ho attivato la mie e-sim da 3GB per 7 giorni. A tal proposito, per me è stata la prima volta ed è stato abbastanza facile installarla seguendo le istruzioni.

Oltre al benvenuto, la guida ha iniziato a darci le prime informazioni, poi abbiamo raccolto i dati per velocizzare le procedure di check-in negli hotel.

Hotel Odyssee Center

Abbiamo passato la nostra prima notte all’Hotel Hodyssee Center dove purtroppo siamo arrivati un po’ tardi per la cena, quindi ci hanno servito eccezionalmente qualcosa in camera.

Questo primo hotel resterà un memorabile punto di riferimento per il confronto di tutti i successivi hotel del tour.

Visita di Casablanca

La nostra visita guidata di Casablanca è iniziata dal bellissimo Parco della Lega Araba, di fianco alla Chiesa del Sacro-Cuore che abbiamo visto solo da fuori. Purtroppo al nostro arrivo le fontanelle erano ancora chiuse, ma è ammirevole fin da subito la cura e la pulizia.

Abbiamo proseguito poi con la visita della chiesa di Notre-Dame de Lourdes un esempio di chiesa cristiana dalla forma particolare, con tanti disegni sui vetri ma un po’ buia all’interno.

Siamo passati per la piazza di Mohammed V, con la sua grande fontana, circondata da migliaia di piccioni vaganti ed incontrato i primi venditori d’acqua del deserto (guerrab) con i loro grandi cappelli decorati, vestiti di rosso con contenitori di ottone per l’acqua e campanelli per richiamare l’attenzione della gente. Ormai il loro è più che altro folklore: si trovano in giro per tutto il Marocco per farsi fotografare in cambio di qualche mancia.

E giunse dunque il momento di quello che può essere considerato il punto di interesse più importante di Casablanca: la moschea di Hassan II.

Solo quella meriterebbe un’articolo dedicato, tuttavia vi invito a visitarla, accompagnati dalla guida locale parlante italiano. Solo così potrete apprezzare la maestosità.

Giusto alcune cose. Per entrare nella vera e propria area dove normalmente si prega si attraversa un grande cortile, all’ingresso vi faranno togliere le scarpe e vi daranno un sacchetto per riporle dentro. Se siete fortunati come noi, potrete trovare il tetto aperto, così da avere molta più luce naturale. I giganti lampadari sono fatti di vetro di Murano. Al di sotto c’è poi la zona dove gli uomini si purificano prima della preghiera.

Moschea di Hassan II

Piccola curiosità: per ognuna delle città imperiali il colore dei taxi cambia. a Casablanca i piccoli taxi urbani sono di colore rosso con rifiniture nere.

Abbiamo pranzato in un ristorante dove abbiamo mangiato un passato di verdure ed una frittura di pesce. Personalmente non approvato!

A questo punto siamo partiti con il nostro bus alla volta di Rabat.

Rabat

Rabat è la prima delle 4 città imperiali che abbiamo visitato, ma non la più antica (Tra Fès, Marrakesh, Rabat e Meknés, la più antica è Fès).

Rabat è l’unica città imperiale ad affacciarsi sul mare con le sue spiagge. Casablanca è solo la capitale commerciale del Marocco, ma non è una città imperiale.

Prima di raggiungere l’hotel ci siamo fermati nella zona nord-ovest di Rabat, dove c’è la Kasbah di Oudayas per osservare la spiaggia e in più gustare il primo tè marocchino alla menta e alcuni dolci.

Altra sosta importante è la torre di Hassan, tra le principali mete turistiche del Marocco è il minareto di quella che sarebbe dovuta essere la moschea più grande del mondo ma rimasta incompiuta. Ci si ritrova davanti a numerosi pilastri di colonne mai terminate.

Adiacente si trova il Mausoleo di Mohamed V, sorvegliato dalle guardie con cui è possibile farsi la foto, mentre è vietato con tutte le altre guardie di palazzi reali eccetera.

Rihab Hotel

Al Rihab Hotel di Rabat mi è stata assegnata la suite 115. Zona letto senza illuminazione, zona divano e zona bagno con ridottissimo spazio per il water nascosto dietro la porta, ma con vasca da bagno dall’altro lato. Scarsa manutenzione, dimostrata ad esempio dalle prese scoperte.

Carini gli spazi comuni, cena a buffet, tra cous cous, pollo, polpette e verdure. Buone i dessert.

Alla sera siamo usciti a fare un giro nella luminosa Medina di Rabat tra i numerosissimi negozi.

Meknès

Al mattino siamo partiti alla volta della città imperiale di Meknès.

Una nota da fare è che in Marocco, in particolare a Meknès sono in corso numerosi lavori di grandi ristrutturazione per poter ospitare nel 2030 i mondiali di calcio. Per questo motivo molti monumenti sono chiusi.

Abbiamo comunque fatto poi il giro nella Medina di Meknès, tra i suoi stretti vicoli sotto il sole.

Ristorante Palais Terrab

La guida ci ha condotti in questo bellissimo ristorante per mangiare il Tajine.

Con interni decoratissimi, tappeti rossi, tavole rotondi da molte persone, e uno spazio esterno dove viene servito il tè, il ristorante Palais Terrab sembra un locale di alto livello.

Il tajine è una caratteristica “pentola” marocchina per la cottura a vapore. Il piatto che si cucina al suo interno prende lo stesso nome del suo contenitore e ci sono varie versioni di carne e pesce in umido. Tra le proposte del locale c’era pollo con lime oppure agnello con prugne secche. Io ho assaggiato l’agnello ed era davvero buonissimo.

Volubilis

Volubilis, la “città” romana è situata vicino Moulay Idriss, la città santa.

Il sito archeologico di resti romani non è raggiungibile con i mezzi, bisogna fare un piccolo tragitto a piedi lungo i sentieri sferrati. Sconsigliato quando il sole batte forte perché non c’è riparo finché non si raggiunge il sito archeologico.

Nel sito archeologico di Volubilis troverete una vista panoramica, l’arco di Caracalla, i resti del tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva, resti di case nobili con mosaici ben conservati, il foro e i resti delle terme.

Fes

Hotel Zalagh Park Palace

Arriviamo nel tardo pomeriggio in al Zalagh Park Palace 5*****, e siccome c’è ancora un’ora prima della cena, decido di farmi un bagno in piscina. Il bagno in piscina è stato bello.

Per quanto riguarda la camera, per me è stato il peggiore degli hotel del tour per vari motivi. Intanto è stato l’unico in cui i letti erano separati. Poche prese di corrente, ma ancor meno quelle funzionanti. Acqua rigorosamente fredda, come se la caldaia fosse spenta; solo dopo numerose segnalazioni e nel secondo giorno l’acqua era calda. La tavoletta del water che se ti sedevi si chiudeva… Le carte per aprire la porta della camera ogni giorno abbiamo dovuto andare in reception per aggiornarla altrimenti la porta non si apriva.

A cena, siccome eravamo soltanto noi, invece che buffet, ci hanno servito una zuppa di verdure e un piatto di carne e contorni vari… Il secondo giorno che c’era un’altro gruppo ci hanno messo in un’altra sala, ma pare che il buffet fosse molto più variegato dall’altro lato.

Visita di Fes

Iniziamo la mattinata con una vista panoramica sull’immensa città di Fes, la più antica delle città imperiali, “capitale culturale” del reame, fondata da Moulay Idriss II, figlio di Idriss I, nel IX secolo d.C.

Ci immergiamo nel vivo della Medina e facciamo visita ad una sartoria dove viene lavorata l’agave da cui si ottengono numerosi prodotti. Un tessuto naturale e non infiammabile di cui in Marocco abbonda la sua coltivazione.

È così facile perdersi nella Medina di Fes che perfino la guida locale ha chiesto l’aiuto di un suo collega che facesse da chiudi-fila… e nonostante ciò non sono mancati momenti in cui ci siamo un po’ persi.

Siamo giunti al Museo Neijarine dell’artigianato del legno dove si trova una collezione di oggetti di legno da utensili agricoli a strumenti musicali eccetera. Il museo sorge in un’edificio storico dove le carovane di commercianti sostavano per la notte: nell’atrio centrale vendevano i loro prodotti, mentre al piano di sopra c’erano le stanze dove dormivano.

Museo Neijarine

Non solo lavorazione di agave, c’è un’altra cosa che fa spesso parlare del Marocco e in particolare di Fes: la pelletteria. Facciamo visita ad una pelletteria dove una guida ci spiega il processo di lavorazione. All’interno del negozio, per far fronte al forte odore di pelle, ci vengono distribuiti ramoscelli di menta.

Appena fuori dalla pelletteria veniamo assaliti ed inseguiti da bambini che insistentemente cercano di venderti qualcosa per guadagnarsi qualche spicciolo, probabilmente mandati stesso dai genitori proprietari dei negozi.

Abbiamo fatto poi tappa alla Madrasa Bou Inania, un’istituto di istruzione della religione islamica, l’unica con madrasa si Fes con un minareto, infatti l’edificio fungeva anche da moschea, mentre sui lati c’erano le aule e al piano di sopra i mini alloggi per gli studenti.

Madrasa Bou Inania

Per pranzo ci siamo diretti al Palais La Medina. Locale molto carino, distribuito su più piani di cui anche terrazze panoramiche sulla Medina di Fes. Abbiamo mangiato il tipico cous cous con pollo e verdure e poi frutta e bicchierino di tè alla menta.

Nel pomeriggio siamo usciti dalla Medina per rivolgerci verso il Museo della ceramica di Fes, che per ovvie ragioni è stato spostato in periferia. Si parte dalla cottura, alla lavorazione, alla colorazione di ogni singolo frammento di ceramica per realizzare poi bellissimi oggetti di ogni tipo, dai vasi ai tavoli, a tanto altro ancora. Vastissima la scelta di prodotti acquistabili nell’emporio.

Dopo il museo della ceramica, abbiamo ripreso l’autobus per andare a visitare il Palazzo Reale dall’esterno e il quartiere ebraico. L’imponente palazzo ovviamente non è visitabile dai turisti, ma si possono osservare le 7 grandi porti rappresentanti i 7 giorni della settimana. Davanti un grande piazzale per le grandi cerimonie pubbliche.

All’esterno del Palazzo Reale abbiamo incontrato un passante con un carretto che vendeva succo di canna da zucchero fatta al momento e ne abbiamo approfittato per assaggiare.

Direzione Marrakesh

Penultimo giorno di visita del Marocco lo abbiamo passato tutto in bus per andare da Fes a Marrakesh (445 Km). Siamo passati per Ifrane, un villaggio “alpino”, che loro chiamano la “Svizzera del Marocco”, per la sua altitudine e l’architettura ovviamente progettata ad hoc per l’inverno.

Ufficio postale di Ifrane

Abbiamo fatto una sosta a El Borj, dove c’è anche un piccolo negozietto di ceramiche, sullo stile di quello visto a Fes.

Per pranzo ci siamo fermati al Restaurant De Paris a Oulad Yaich, un centro abitato della provincia di Béni Mellal. Poca scelta di piatti, solo insalate, panini, omelette.

Siamo arrivati a Marrakesh in serata, prima di entrare in città avremmo potuto fare sosta al palmeto per un giro sui cammelli, ma la maggioranza, stanca del viaggio ha deciso di proseguire dritti per l’hotel.

Marrakesh

Ketch Boutique Hotel e Spa 4****

Hotel approvato personalmente! Anche se c’è stato un problema con una camera al primo piano vicino la piscina usata probabilmente da ospiti fumatori, tuttavia non ho trovato difetti nella mia camera al piano superiore.

Camera spaziosissima, elegante, bagno con vasca e acqua calda. Molto piacevole anche la cena con molti piatti a buffet, di cui alcuni presentati in Tajin giganti. Ho anche incontrato un’altra coppia di italiani che non erano del nostro gruppo.

Visita di Marrakesh

La prima sera abbiamo preso i taxi per uscire nella stra mega affollatissima Jamaa El Fna. Fuori dalla zona pedonale un caos assurdo di macchine, taxi, bus, motorini, cavalli in mezzo al traffico… Nella zona chiusa al traffico invece tantissima gente, musica, spettacoli in ogni angolo e poi i mercatini, negozietti. Perdersi è un’attimo di distrazione! Infatti avevo perso il gruppo con cui stavo ma ho ritrovato l’altro gruppo e ho seguito loro.

La serata si è conclusa poi con un tè su una terrazza ed un taxi per tornare in hotel.

Alla mattina seguente siamo ripartiti con il tour guidato per visitare Parc Lalla Hasna, Palazzo El Bahia e i bellissimi Giardini Majorelle.

Giardini Majorelle
Palazzo El Bahia

Visita all’erboristeria con spiegazioni in italiano, sicuramente gradita dalle donne che hanno ricevuto anche alcuni omaggi, magari meno interessante per gli uomini. A mio parare i metodi utilizzati sono molto astuti per vendere prodotti.

La visita all’erboristeria è dovuta dal fatto che il Marocco ospita le principali piantagioni di Argania spinosa, l’albero dal quale si produce l’olio di argan. La lavorazione dei semi di argan, per produrre l’olio utilizzato principalmente come cosmetico, è tradizionalmente affidato alle donne berbere. L’albero di argan è così importante che la zona in cui cresce è stata dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO.

Abbiamo pranzato in una catena di ristorazione dove chi ha preso gli hamburgers e chi come me ha preso una pizza.

Pomeriggio a disposizione per lo shopping nel grande mercato di Marrakesh, dove purtroppo è facile imbattersi in prodotti tarocchi o cinesi, seppur resta vero che il prezzo si contratta, ma se si pensa di prendere prodotti autentici e poi ci si ritrova con cose di plastica o di carta non è neanche bello.

Piazza Jamaa El Fna, Marrakesh

Il tour a questo punto era giunto al termine: siamo rientrati in hotel, cenato, pernottato e la mattina ripartiti in bus per l’aeroporto di Marrakesh.

Un primo volo ci ha riportati a Casablanca, poi altro volo per l’Italia, chi è rientrato a Milano, chi a Roma.

Conclusioni

Tanta malinconia per me di dover tornare a casa. Seppur non sempre è stato tutto perfetto, ma è stato molto bello immergersi nella particolarità del Marocco, nella sua cultura islamica, nelle sue Medine.

Sicuramente un ringraziamento speciale va sia alla bravissima guida che ci ha accompagnati durante tutto il tour, sia al nostro accompagnatore dell’agenzia ma anche a tutti i compagni del gruppo. È stata una bella esperienza che spero di ricordare per sempre. Anzi spero ce ne sarà l’opportunità di farne altre, anche se dovesse essere con altre persone.

Il mondo che mi manca da esplorare e scoprire è ancora vastissimo e non vedo l’ora di ripartire quanto prima!

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